Claustrofobia. Agorafobia. Triskaidecafobia. Tutti questi nomi hanno una cosa in comune: aggiungono mistero e confusione a quello che è già uno degli aspetti più poco conosciuti del comportamento umano.
Le fobie sono sempre state classificate in base ai loro ovvi fattori scatenanti; gli oggetti o le situazioni che provocano la paura. Questi trigger sono abitualmente vestiti con esotiche etichette greche e latine, conferendo a ogni fobia un’aria più scientifica.
Sfortunatamente, il tradizionale sistema di classificazione fobica ha fatto poca luce sui meccanismi reali, ma nascosti, responsabili della creazione e della formazione del comportamento fobico. In effetti, questo insulto greco e latino potrebbe aver fatto molto male.
Perché invece di incoraggiarci a cercare sottostanti denominatori comuni in grado di svelare i molti segreti del comportamento fobico, ha portato molti a credere che questi segreti fossero già noti.
Ancora peggio, questo sistema di classificazione ha involontariamente portato molti medici a credere che ogni tipo di fobia, ad esempio xenofobia, aerofobia, ecc. sia un disturbo separato e distinto con una causa unica che non ha alcuna relazione con altre fobie a parte l’ovvia somiglianza in sintomi.
COSA C’È IN UN NOME?
Gli svantaggi del sistema di classificazione tradizionale possono essere meglio illustrati con alcuni esempi.
Supponiamo che una donna sia cinofobica e agorafobica. Cosa ci dicono queste due etichette, a parte che ha paura dei cani e degli spazi aperti?
Secondo l’attuale sistema di classificazione, questa donna soffre di due distinte malattie fobiche, ognuna delle quali richiede un trattamento individuale. Ma cosa succede se la sua paura dei cani deriva da una paura realistica di essere inseguita da un cane in uno spazio aperto, vale a dire la strada (realistica, perché è successo a lei). Se è così, la sua paura dei cani è chiaramente parte integrante della sua paura degli spazi aperti. I due non sono disturbi separati.
La connessione tra l’agorafobia di questa donna e la sua ginofobia è vitale se vuole ricevere un trattamento adeguato. Ma il sistema di classificazione tradizionale non incoraggia i medici a cercare tali interrelazioni. Diamo un’occhiata a un altro esempio.
Paura di volare:
Quattro uomini soffrono di aerofobia, la paura di volare. Sebbene tutti e quattro gli uomini siano classificati come affetti dalla stessa malattia, un esame più attento potrebbe rivelare che ognuno teme di volare per una ragione completamente diversa.
Un uomo, ad esempio, potrebbe aver paura di volare perché il suo vicino è morto di recente in un incidente aereo. Un altro può avere paura perché gli aerei volano sull’acqua e lui non sa nuotare, quindi non teme tutto il volo, ma solo il volo sull’acqua. Il terzo può avere paura dei piccoli spazi chiusi, come la cabina di un aereo. E il quarto uomo potrebbe avere paura delle altezze.
Ognuna di queste possibilità suggerisce qualcosa di completamente diverso sui meccanismi responsabili della paura di volare. Ancora più importante, queste differenze dimostrano chiaramente che ogni caso può richiedere un diverso approccio terapeutico.
Ma una volta etichettati tutti e quattro gli uomini come “aerofobi”, commettiamo inconsapevolmente un tragico errore. Perché la nostra etichetta implica che un meccanismo comune è responsabile delle paure di tutti e quattro gli uomini. Questo non ha più senso che presumere che quattro uomini con lo stesso nome abbiano la stessa madre. Eppure, in sostanza, questo è esattamente ciò che stiamo facendo.
Questo tipo di errore può solo incoraggiare medici e altri terapisti a cercare risposte in tutte le direzioni sbagliate. Peggio ancora, li incoraggia a sottoporre tutti e quattro gli uomini allo stesso regime di trattamento. Nella migliore delle ipotesi, i risultati di questo tipo di approccio terapeutico saranno meno che soddisfacenti per almeno tre dei quattro.
Due falle nel sistema:
Questi esempi illustrano chiaramente che due importanti caratteristiche del comportamento fobico sono mascherate dal nostro tradizionale sistema di classificazione:
o Fobie con nomi diversi possono avere lo stesso meccanismo sottostante.
o Le fobie con lo stesso nome possono avere meccanismi sottostanti nettamente diversi.
I trigger fobici superficiali forniscono un indizio importante per comprendere il comportamento fobico, ma sono solo un aspetto del fenomeno fobico altamente complesso.
Concentrandoci solo su questi trigger, stiamo ignorando i meccanismi sottostanti molto più importanti che creano e modellano il comportamento fobico. Questo interferisce con la nostra capacità di fare una diagnosi accurata e ci impedisce di sviluppare un approccio terapeutico di successo.